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Angelo Michele Cozza

Angelo Michele Cozza

Biografia

Sono nato il 16 gennaio 1947 a Valva (Sa), un piccolo paese della valle del Sele, dove ho vissuto i primi anni dell'infanzia. Da molti anni vivo a ........ in terra di Bari.La mia famiglia di origine, per diverse ragioni, si trasferisce nel 1953 a Napoli. Sono anni difficili, si vive ... (continua)


Angelo Michele Cozza

Angelo Michele Cozza
 Le sue poesie

La prima poesia pubblicata:
 
Si dispera e pesticcia il bambino (27/08/2006)

L'ultima poesia pubblicata:
 
Me ne voglio i’ (06/07/2019)

La poesia più letta:
 
Eluso sogno (29/11/2007, 4731 letture)

Leggi la biografia di Angelo Michele Cozza!


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Angelo Michele Cozza

La città del sole

Riflessioni
La ruota del tempo
ne ha fatto di giri
da quando lasciai
la città del sole
e delle canzoni!
Il clamore delle voci
nel budello dei vicoli
che ti soffocano,
la miseria che vi ha fissa dimora,
i bassi angusti affollati da nugoli
di fanciulli senza avvenire,
una gioventù che sfiorisce
per orditi di strade sconnesse
lastricate di sogni stroncati,
la tristezza che scolorisce
il volto di chi non trova
la mano tesa della speranza,
dalla memoria, da allora
che via me ne andai,
più non si invola!
Là, una canzone zittisce
ogni dolore, una pizza sazia
un pinzare di fame,
un mandolino in dolcezze
scioglie il cuore come il burro
se esposto a calura eccessiva!
Sotto il Parco delle rimembranze,
il progresso e il tornaconto di pochi
da tempo hanno dato un colpo
di spugna all’altoforno e alle ciminiere!
Effeminati ed esotiche clacson girls
come cavallette, in una nuova apocalisse
la notte hanno invaso; la polvere
bianca con i suoi annessi dilaga:
a venti anni la vita già si perde
in un pronto soccorso finale!
Neanche il mare
è lo stesso dall’ultima volta
che azzurro lo vidi!
Da quei moli, quante navi
sono salpate negli anni
trasportando destini
quante vite sono state traslate!
I distacchi, le partenze forzate
la malinconia di chi rimane,


57



la nostalgia che addentella il cuore
di chi va lontano, per ressa di ricordi,
addosso mi ripiombano
come una grandinata improvvisa!
E’ vero, sulla collina,
tra i quartieri buoni,
là dove affacciandoti a un balcone
il pino ripiantato, i panfili
e uno scenario disegnato
su un lenzuolo di mare
si mostrano, tutto diverso
e trasformato t’appare.
Ma ciò appaga l’occhio e non il cuore:
la bassura dove si affonda conosce
l’indifferenza che viene dall’alto!
Vorresti le cose diverse, una chiarìa
che non fosse mero vaneggio;
vorresti la gente tutta felice
e che sotto il bistro e il belletto,
sotto il sudore e lo sconforto
tutti i sogni fossero uguali!
Oh i guasti antichi del mondo,
la pena che il cuore distilla
e amara s’affolta nel tempo
che fugge senza rinascimenti

(Michele Cozza - 08/06/1997 )
































La città del sole

La ruota del tempo
ne ha fatto di giri
da quando lasciai
la città del sole
e delle canzoni!
Il clamore delle voci
nel budello dei vicoli
che ti soffocano,
la miseria che vi ha fissa dimora,
i bassi angusti affollati da nugoli
di fanciulli senza avvenire,
una gioventù che sfiorisce
per orditi di strade sconnesse
lastricate di sogni stroncati,
la tristezza che scolorisce
il volto di chi non trova
la mano tesa della speranza,
dalla memoria, da allora
che via me ne andai,
più non si invola!
Là, una canzone zittisce
ogni dolore, una pizza sazia
un pinzare di fame,
un mandolino in dolcezze
scioglie il cuore come il burro
se esposto a calura eccessiva!
Sotto il Parco delle rimembranze,
il progresso e il tornaconto di pochi
da tempo hanno dato un colpo
di spugna all’altoforno e alle ciminiere!
Effeminati ed esotiche clacson girls
come cavallette, in una nuova apocalisse
la notte hanno invaso; la polvere
bianca con i suoi annessi dilaga:
a venti anni la vita già si perde
in un pronto soccorso finale!
Neanche il mare
è lo stesso dall’ultima volta
che azzurro lo vidi!
Da quei moli, quante navi
sono salpate negli anni
trasportando destini
quante vite sono state traslate!
I distacchi, le partenze forzate
la malinconia di chi rimane,


57



la nostalgia che addentella il cuore
di chi va lontano, per ressa di ricordi,
addosso mi ripiombano
come una grandinata improvvisa!
E’ vero, sulla collina,
tra i quartieri buoni,
là dove affacciandoti a un balcone
il pino ripiantato, i panfili
e uno scenario disegnato
su un lenzuolo di mare
si mostrano, tutto diverso
e trasformato t’appare.
Ma ciò appaga l’occhio e non il cuore:
la bassura dove si affonda conosce
l’indifferenza che viene dall’alto!
Vorresti le cose diverse, una chiarìa
che non fosse mero vaneggio;
vorresti la gente tutta felice
e che sotto il bistro e il belletto,
sotto il sudore e lo sconforto
tutti i sogni fossero uguali!
Oh i guasti antichi del mondo,
la pena che il cuore distilla
e amara s’affolta nel tempo
che fugge senza rinascimenti

(Michele Cozza - 08/06/1997 )
































La città del sole

La ruota del tempo
ne ha fatto di giri
da quando lasciai
la città del sole
e delle canzoni!
Il clamore delle voci
nel budello dei vicoli
che ti soffocano,
la miseria che vi ha fissa dimora,
i bassi angusti affollati da nugoli
di fanciulli senza avvenire,
una gioventù che sfiorisce
per orditi di strade sconnesse
lastricate di sogni stroncati,
la tristezza che scolorisce
il volto di chi non trova
la mano tesa della speranza,
dalla memoria, da allora
che via me ne andai,
più non si invola!
Là, una canzone zittisce
ogni dolore, una pizza sazia
un pinzare di fame,
un mandolino in dolcezze
scioglie il cuore come il burro
se esposto a calura eccessiva!
Sotto il Parco delle rimembranze,
il progresso e il tornaconto di pochi
da tempo hanno dato un colpo
di spugna all’altoforno e alle ciminiere!
Effeminati ed esotiche clacson girls
come cavallette, in una nuova apocalisse
la notte hanno invaso; la polvere
bianca con i suoi annessi dilaga:
a venti anni la vita già si perde
in un pronto soccorso finale!
Neanche il mare
è lo stesso dall’ultima volta
che azzurro lo vidi!
Da quei moli, quante navi
sono salpate negli anni
trasportando destini
quante vite sono state traslate!
I distacchi, le partenze forzate
la malinconia di chi rimane,


57



la nostalgia che addentella il cuore
di chi va lontano, per ressa di ricordi,
addosso mi ripiombano
come una grandinata improvvisa!
E’ vero, sulla collina,
tra i quartieri buoni,
là dove affacciandoti a un balcone
il pino ripiantato, i panfili
e uno scenario disegnato
su un lenzuolo di mare
si mostrano, tutto diverso
e trasformato t’appare.
Ma ciò appaga l’occhio e non il cuore:
la bassura dove si affonda conosce
l’indifferenza che viene dall’alto!
Vorresti le cose diverse, una chiarìa
che non fosse mero vaneggio;
vorresti la gente tutta felice
e che sotto il bistro e il belletto,
sotto il sudore e lo sconforto
tutti i sogni fossero uguali!
Oh i guasti antichi del mondo,
la pena che il cuore distilla
e amara s’affolta nel tempo
che fugge senza rinascimenti

(Michele Cozza - 08/06/1997 )




























La città del sole

La ruota del tempo
ne ha fatto di giri
da quando lasciai
la città del sole
e delle canzoni!
Il clamore delle voci
nel budello dei vicoli
che ti soffocano,
la miseria che vi ha fissa dimora,
i bassi angusti affollati da nugoli
di fanciulli senza avvenire,
una gioventù che sfiorisce
per orditi di strade sconnesse
lastricate di sogni stroncati,
la tristezza che scolorisce
il volto di chi non trova
la mano tesa della speranza,
dalla memoria, da allora
che via me ne andai,
più non si invola!
Là, una canzone zittisce
ogni dolore, una pizza sazia
un pinzare di fame,
un mandolino in dolcezze
scioglie il cuore come il burro
se esposto a calura eccessiva!
Sotto il Parco delle rimembranze,
il progresso e il tornaconto di pochi
da tempo hanno dato un colpo
di spugna all’altoforno e alle ciminiere!
Effeminati ed esotiche clacson girls
come cavallette, in una nuova apocalisse
la notte hanno invaso; la polvere
bianca con i suoi annessi dilaga:
a venti anni la vita già si perde
in un pronto soccorso finale!
Neanche il mare
è lo stesso dall’ultima volta
che azzurro lo vidi!
Da quei moli, quante navi
sono salpate negli anni
trasportando destini
quante vite sono state traslate!
I distacchi, le partenze forzate
la malinconia di chi rimane,






la nostalgia che addentella il cuore
di chi va lontano, per ressa di ricordi,
addosso mi ripiombano
come una grandinata improvvisa!
E’ vero, sulla collina,
tra i quartieri buoni,
là dove affacciandoti a un balcone
il pino ripiantato, i panfili
e uno scenario disegnato
su un lenzuolo di mare
si mostrano, tutto diverso
e trasformato t’appare.
Ma ciò appaga l’occhio e non il cuore:
la bassura dove si affonda conosce
l’indifferenza che viene dall’alto!
Vorresti le cose diverse, una chiarìa
che non fosse mero vaneggio;
vorresti la gente tutta felice
e che sotto il bistro e il belletto,
sotto il sudore e lo sconforto
tutti i sogni fossero uguali!
Oh i guasti antichi del mondo,
la pena che il cuore distilla
e amara s’affolta nel tempo
che fugge senza rinascimenti
Angelo Michele Cozza 20/10/2006 19:15| 1111

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.


 
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Riflessioni
Al farsi del mattino nel parco
Nero oltre il nero
Forte su flavi campi picchia il sole
Se l'essere mio mutabile infuturo
Rivelazioni e crivelli cognitivi
Come a mosca cieca
Intelligibile trama non si profila
Crepuscolo
Tuttora il mio cuore malmesso
Musicomania
Registrazioni rinfuse a passeggio per la mente
Senza neanche accorgercene
Sentori autunnali
Dall'alberato già si staccano foglie
Raggiorna, è un nuovo mattino
Occasum
Il Tempo stinge molte cose!
L'incomunicabile effuso
Tra il prima e il dopo
Scoscende or la strada che in cima portava
Cos'è questo passeggio di ricordi
Fotogrammi
Che ragione c'è
Nitori oscuri
Non seguire il pendio, fermati
Rotola l'onda, si infrange
Nulla cambia
Casta Infanzia
Eccola adagio sopraggiungere
Se il sonno tarda a venire
Somiglianze
In sosta sul vecchio ponte
Quando con le sue racchette tristezza
Amico mio
Affacciati dalla veranda
Autoritratto
Le abbiamo tentate tutte...
Usure
Nel rasserenante paese
Sapere aude
Come bimba vispa e curiosa
Spesso e a lungo ho conversato
Ricordando Pavese
Nello spietato specchio
Per andare il più possibile lontano
Passiamo..passiamo
La città del sole
Si dispera e pesticcia il bambino

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