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Antonio Terracciano

Sono un ex insegnante di scuola media (di francese) , e vivo nella cittadina in cui sono nato (a quindici chilometri a nord-est di Napoli) . Da giovane scrissi un centinaio di poesie (quasi tutte adesso da buttare) in versi liberi (e qualcuna anche quasi ermetica) , ma poi, dopo un letargo poetico ... (continua)


Antonio Terracciano
 Le sue poesie

La prima poesia pubblicata:
 
Nel battere di ciglia (05/05/2009)

L'ultima poesia pubblicata:
 
"Cum s’ha da fè sa ‘sti fioi? " (27/08/2021)

Antonio Terracciano vi propone:
 Viver da morto (24/06/2009)
 Favole (01/07/2017)
 Baudelaire (09/07/2010)

La poesia più letta:
 
Sexy (25/10/2009, 18021 letture)

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 il mese 01/06/2015

Antonio Terracciano
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Considerazione dell'autore
«Mia madre poté godere della sua città soltanto per quindici anni, perché suo padre, operaio specializzato, girava l'Italia in cerca di guadagni migliori; perciò lei nacque a Sesto San Giovanni, andò a Pesaro da piccolissima (ci rimase dal 1921 al 1935 circa), poi a Pontedera (per sette anni), e finalmente nel Napoletano (mio nonno aveva accettato un'offerta di lavoro da un grosso stabilimento industriale allora appena insediatovisi), dove conobbe mio padre, da poco tornato, avvilito e sfiduciato, dall'Africa, reduce della (dis) avventura mussoliniana.
Ogni tanto mia madre mi parlava di personaggi pesaresi (piuttosto simili a quelli riminesi di Fellini) conosciuti durante la sua adolescenza: lo sfortunato maestro Patarga, amico di suo fratello maggiore (canticchiava volentieri la sua canzoncina "Pesaro gentil") , il "pazzo" che acchiappava qualche topo e poi, dietro compenso del pubblico (che adescava con la frase "Chi vuol veder la fine venga in piazza! ") , se lo mangiava vivo in Piazza del Popolo, il poeta (probabilmente era "Pasqualon", cioè Odoardo Giansanti, molto povero e ormai vecchio e cieco; morì nel 1932) .
Forse si può girare anche tutto il mondo, ma i ricordi dei luoghi in cui vivemmo da adolescenti sono i più tenaci, e gli ultimi a morire.
»
Inserita il 21/03/2015  

Antonio Terracciano

Pesaro nell’anima

Introspezione
Io vorrei rivederti, mia metà
di un’anima formata con alterni
esempi avuti e stimoli sentiti,
che non è mai compatta, ma smembrata.

Tu, vicecapitale di un Ducato
quasi da fiaba, hai guardato al mare
come a un gran lago che ti separava
da Venezia, dall’Austria, da Dalmazia,
ed hai cercato un po’ di ricreare,
con musica, con spiaggia, col lavoro,
quell’atmosfera alquanto più gloriosa
che da lontano ben ti circondava.

Godesti, mamma, della tua città
solo per quindici anni, e la sognavi
forse un po’ più splendente (ciò succede)
di quanto fosse poi nella realtà;
e ricordavi alcuni personaggi
(il musicista, il pazzo, od il poeta)
che accompagnato avevano il passaggio
alla tua età di schiva adolescenza.

Se sei tornata lì, chi mai lo sa,
se ora ti trovi a Pesaro da morta,
se l’anima raggiunge ciò che brama
dopo una vita quasi da esiliata?

(L’anima di mio padre è qui vicino:
basta fare due passi per vedere
dove un tempo viveva da ragazzo
e restano sbiadite parentele.)

Vagherà la mia anima, se esiste,
dopo la morte fra le sue due patrie,
non trovando né pace né riposo,
e suscitando fievoli ricordi.



Antonio Terracciano 20/12/2014 00:26| 2| 1640

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.

Nota dell'autore:
«Di padre napoletano (della provincia) e di madre pesarese...»


 
Commenti sulla poesia Commenti di altri autori:

«Una lirica veramente toccante con dei passaggi poetici di assoluta bravura, un componimento di non facile realizzazione dati i mille particolari descritti con deliziosa armonia letterale. La penna del cuore ha ispirato il poeta che ha fatto vibrare le corde dei ricordi personali in un poemetto ricco di sensazioni e di emozioni personali, complimenti vivissimi.»
Club Scriveresergio garbellini (20/12/2014) Modifica questo commento

«Ogni esilio, anche volontario, rende magico quel che si è lasciato indietro. Impossibile non ripensare ai versi immortali del Foscolo dinanzi alla lirica struggente di un figlio alla ricerca delle orme della madre morta. Pennellate dolci e intense per un quadro vivo di ricordi. E anche una sottile vena di rimpianto impreziosisce questo bellissimo componimento, che terrò tra i miei preferiti. Complimenti.»
luca muzzioli (22/12/2014) Modifica questo commento

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Introspezione
Il vero piacere del poeta
Terza età
Le bellezze di Napoli
Le immagini primitive
La delega
Il profumo dell’intelligenza
Controcorrente
Il cammino del gambero
Lo svuotamento del sacco
Quieto vivere
Acustica
Tempo perso non fu
Saudade
Quell’incedere tuo dinoccolato
Magrezza e grassezza
Socratica
Quando vado
L’incidenza dell’urbanistica (sulla mente di un bambino)
Sul primo innamoramento
Insegnante di francese
Il delusore
Sui miei (rari) sonetti
Evasioni
La propria città
La vita è un anno
Masoch
La poesia semplice
Favole
Col tempo
Gli dei della poesia
Con Kafka e con Proust
Nebbia
Vecchi diari
Il pozzo
Il vizio della poesia
Esami
Il peccato dei linguisti
Rassegnazione
Risuonano frasi
Tirreno e Adriatico
Le poesie fredde
Il corso (della vita)
Molecole
Parigi lontana
Pesaro nell’anima
La scena
L’agrimensore
Una dritta
I viaggi del pensiero
Ancorato quaggiù
La ciliegina sulla torta (indigesta)
Gli imbranati
Omissione di soccorso
From elsewhere
Al cospetto dei miei poveri versi
Ricordi e ricordi
Il fratello alieno
Nel cuore della Belle Epoque
Le maschere
Il giardino del Nulla
Nel segno di Proust
Verso i versi
Come treni che partono
Ritorno a Cagliari
Continua ricerca
Scheletri nell’armadio
Retaggi
Modestia fuggitiva
Parole amanti
Il mediano
Desiderio di neve
Dall’araba Palermo
Un dio minore
La condizione dei poeti
Contraddittorietà
Personaggi
Ad uno ad uno
Il trenta aprile
La vie est ailleurs
Bagno di umiltà
Presenze assenti
Razza terrena
A arte do encontro
Viaggio di ritorno
Odori, sapori, afrori
La svolta provvisoria
Carte vecchie
Chi scrive?
Verso come verme
Lo specchio
Tango
Nola e Pisa
Colonne d’Ercole
Lo sbaglio
Mer de solitude

Tutte le poesie



Antonio Terracciano
 I suoi 100 racconti

Il primo racconto pubblicato:
 
Originale discorso di un cittadino illuminato (10/10/2010)

L'ultimo racconto pubblicato:
 
Il futuro del calcio (13/01/2023)

Una proposta:
 
Esami di licenza media (12/06/2022)

Il racconto più letto:
 
La moglie, l'amante e la prostituta (Tre lingue) (08/03/2011, 2610 letture)


 Le poesie di Antonio Terracciano



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