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Mi pari ca lu Mari
mi talia,
mi pari ca mi vulissi diri
quarchi cosa.
Iu m'avvicunu a iddru e
lu toccu cu li pedi
senza canzetti.
Friddu nunni sentu ma
na vampata di caluri
m'acchiana pi li rina e
lu me cori sinn'acchiana
sinu a mucca.
Ora pari ca m'arridi e
luccichia comu na fimmina
vistuta pi la festa.
Di lu ventu si fa aiutare e
quattru paroli m'arrivanu
all'oricchia.
Tu ca d'amuri scrivi sempiri
puru di mia a parlari,
affari sapiri ca iu nun sugnu
tintu, ca l'omini nun mi li mangiu.
Affari a sapiri ca vugghiu
esseri lassatu in paci e
ca li me accqui servunu
pi campari e no pi muriri.
Ora ti lassu a li to chiffari,
sugnu stancu e mi vulissi
arripusari.
TRADUZIONE
Ho la sensazione che il mare
mi stia guardando,
ho la sensazione che vorrebbe
dirmi qualcosa.
Mi avvicino a lui e
lo tocco a piedi nudi
senza calze.
Freddo non sento ma
una forte calura mi sale
dalle schiena e mi arriva
alla bocca.
Ho la sensazione che
mi sta sorridendo,
splende come una donna
vestita a festa.
Dal vento si fa aiutare e
qualche parola mi arriva
alle orecchie.
Tu che scrivi sempre d'amore,
devi scrivere anche di me,
devi far sapere che io
non sono cattivo,
non mangio le persone.
Devi far sapere che io
voglio essere lasciato in pace e
che le mie acque servono
per stare in vita non per morire.
Ora ti lascio ai tuoi impegni,
sono stanco e vorrei riposarmi.  | 
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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