Più sei profondo
più sei irraggiungibile.

Così, com'è evidente
sia ostico raggiungere,
non sale alla tua mente
un altro più da aggiungere?
Solo che, questa stupido alfabeto,
ha così poche lettere.

Non si possono scrivere parole,
che si vedono soltanto
con gli occhi del cuore,
si può accennare qualche frase,
a spizzichi e bocconi.

Tu, chi sei?
Com'è che può succedere
che tu sei come me?
Io non ci posso credere,
rimango qui sul fondo,
ramingo, ad esplorare,
la parte irraggiungibile
di questi miei pensieri,
quel luogo dove tu,
potresti anche arrivare.

Luogo di solitudine,
rimane com'è, tale,
poiché non c'è presenza
qui vera, qui tangibile.

Soltanto i tuoi sussulti
che picchiano sull'acqua,
per farmi uscire fuori,
salire allo scoperto.

O pure tu hai paura
e senti i miei pensieri
raggiungerti la dove
non più li penseresti?

Ti temo, non ti ignoro,
sei troppo qui vicina
seppure non presente,
potresti facilmente
mutarti in un abbaglio
e a ciò la mia reazione
sarebbe senza tempo,
così com'è già stato
e ancora mi trafigge.

Non continuare, smetti,
di battere sull'acqua,
non riuscirai davvero
a farmi risalire.
Non voglio stare più,
più in alto del mio fondo.

Voglio aver timori,
cerco il dubitare,
l'indimenticabile
da poter scordare,
cerco il mio riflesso
la dove si nasconde,
il pensiero ardito
senza compromessi.

Non venire sotto,
tranne che tu, in fondo,
non voglia rimanere.

È la trasparenza,
quella che t'inganna,
è il vedermi li,
vicino alla tua mano
mentre non sai quanto
invece son lontano.

Chiare le acque limpide,
non possono celare,
tranne che confondere
il prossimo e l'oblio,
non mi san nascondere,
nemmeno far scappare,
fan scorgere un volto
che forse,
è proprio il mio.