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Poeta-cantautore Salvatore Azzaro, impegnato contro la mafia.
MUSICA E IMMAGINI TRA STORIA E LEGALITA’ Salvatore Azzaro è un poeta-cantautore pop-folk siciliano che ama la cultura della sua terra e i buoni esempi, soprattutto quando sono rappresentati da coloro che combattono o che hanno combattuto contro la mafia. Il suo ultimo lavoro, autoprodotto, ... (continua)
La sua poesia preferita:
Vola, sei aquila
Vola,
sei "aquila",
forte elegante e fiera.
Vola,
vola in questa notte
di lucide stelle
e di rimpianti
soppressi.
Respirami,
lo farò anch’io,
come sempre
per sempre,
nel silenzio.
Sentimi nel vento,
mia dolce Anima,
il... leggi...
Nell'albo d'oro:
Amarsi
Sei il dolce scorrere di pioggia sul vetro
del fulmine il forte tuonare
sei l’attimo lontano
che non posso abbracciare.
Il cuore al petto si stringe
sgorga dagli occhi
una salmastra carezza
che l’anima dalle labbra assapora
e non la... leggi...
Figlio ImPastato d’amore -all’Eroe, Peppino Impastato e alla sua stupenda mamma
Oh Dio che è stato quel tuono.
Ma dove è stato, cos’è.
Viene dalla ferrovia,
c’è un morto, non so chi lui sia.
Tutti lì intorno quei sassi,
sembrano rubini infuocati.
Le margherite del prato,
lo vestono tutto di bianco.
Il vento gli accarezza i... leggi...
Centoventinove Donne
Centoventinove operaie
gridavano, scioperavano
nel marciume terribile della cotton newyorchese.
Centoventinove Donne
imprigionate, arse vive
dall'inquisizione feroce della cotton newyorchese.
Voglio vivere dentro te...
Voglio vivere, dentro te!
Caldo sangue scorrerò.
Non c'è torre né catena,
che mi terrà lontano da te.
Tu sei Luna... chiara.
Tu sei luna chiara che...
il mio corpo scalderà.... leggi...
I bambini non si toccano!
Morire dentro al grembo
da bambino.
Accovacciarsi dietro
un comodino.
Scappare via... leggi...
Festa a Venezia... ma, tu dov’eri?
Si perde,
dalla Giudecca notte
lo sguardo ritrovato
di un bimbo... incantato.
Si scagliano alte
e poi... giù, tra le onde creste
i "buccellati" fuochi
di una Venezia in festa.
Ma, tu dov’eri?
dolce piccola mia
che non hai visto luci
ma gente... leggi...
Madidi corpi
E' un attimo,
l'ultimo sguardo
prima di chiudermi dietro
la porta.
Tu, lì
su quel campo
di battaglia agiata,
sfiancata e appagata.
Turgidi capezzoli
coronano l'infinito
complice penombra
esalti l'anatomia,
la vita.
Magia di un... leggi...
Strada statale Ragusa- Catania, che cosa dirti?
Sono disperato confuso e stanco
è da tre notti che non piango
vivo prestato alla rinfusa
con in mano una fiaccola... ora si usa.
Tutti allineati tutti presenti
mancano soltanto i committenti
di questa strage di giovani vite
di questo oltraggio... leggi...
La Daniela raccontava bugie
Diceva di essere una studentessa
alla Principessa.
Voleva a tutti i costi quel contratto d’affitto,
dell’appartamento antico
al centro di Roma,
umido e sfitto.
La Daniela raccontava bugie,
pur di star sotto casa mia,
lei amava quella via grande... leggi...
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Salvatore Azzaro da Giarratana
U Castieddu re Principi Settimo ri Fitalia a Giarratana
Dialettali
Li ianchi petri
ro purtali anticu
ca s’affacciunu
nta lu "Puoju rì li Ddisi",
na sti iorna i viru
summisi, comu e facci
re Giarratanisi.
Spiranzusi i lassaiu
anni addietru
c’aspittavunu ri na manu,
na carizza.
Dopu seculi ri turmenti
e patimenti, ro Castieddu
re Principi Settimo ri Fitalia
nun’arristavu nenti.
Malu fù ddu populu
ca cancillavu storia
e curtura,
lassannu nu Paisi senza
cciù mimoria.
Camina o curri si puoi,
nun c’è tiempu r’aspittari,
“lu curaggio è lu to Signuri” . (.)
Criaturi, viecci, uommini
e fimminenni, inziemmula
i manichi na ma sbrazzari,
la Terra Nostra na ma ripigniari,
re manu nfami rì stà genti senza
cciù rispettu, ca nenti onura,
ca à persu senzu, dignità e misura.
TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
Il castello dei Principi Settimo di Fitalia a Giarratana
Le bianche pietre
del portale antico
che s’affacciano
nel "Puoju rì li Ddisi",
in questi giorni mi sembrano
sommessi, come i visi
dei Giarratanesi.
Li ho lasciata con la speranza
anni addietro
che aspettavano una mano,
una carezza.
Dopo secoli di tormenti
e patimenti, del Castello
dei Principi Settimo di Fitalia
non è rimasto niente.
Malvagio è stato quel popolo
che ha cancellato storia
e cultura,
lasciando un Paese senza
più memoria.
Cammina oppure corri se puo,
non c’è tempo d’aspettare,
“il coraggio è il tuo Signore”. (.)
Bambini, vecchi, uomini
e donne insieme,
le maniche ci dobbiamo sbracciare,
la nostra Terra dobbiamo riprenderci,
dalle mani infame di questa gente senza
più rispetto, che non onora niente,
che ha perso il senso, la dignità e la misura.
Questa poesia è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons: è possibile riprodurla, distribuirla, rappresentarla o recitarla in pubblico, a condizione che non venga modificata od in alcun modo alterata, che venga sempre data l'attribuzione all'autore/autrice, e che non vi sia alcuno scopo commerciale.
Nota dell'autore:
«(.) ANTUDO “Animus Tuus Dominus", il coraggio è il tuo Signore.
Antudo fu un famoso simbolo della sollevazione del Vespro, ed inizialmente usata come parola d’ordine dagli organizzatori della rivolta. Il termine Antudo è stato spiegato dallo storico Santi Correnti nel XX Secolo come incitamento: «ANimus TUus DOminus» e cioè il coraggio è il tuo signore (non i francesi)!.
Il 3 Aprile 1282 veniva adottata la bandiera giallo- rossa, con al centro la Trinacria e che diverrà il vessillo di Sicilia. AnTuDo fu scritto anche nel vessillo.
ps. poesia in dialetto giarratanese.»