Ho perduto
di me
ogni memoria,
del Loto
ho divorato il fiore
e vago
nel mare del Dubbio

Annaspo,
non so nuotare
e, pesante, l'Onda
verso il Fondo
mi sospinge!

Il Fondo
è uno Specchio
che, traslucido, mi rimanda
un'immagine
che non riconosco,
nessuna familiarità
non posso esser io
lo sconosciuto
nel quale mi rifletto,
poi, improvviso,
si fa Cielo
il Mare
e del'Incertezza
nel turbine
sono Uccello
che migra
in uno Stormo
per me alieno
di cui la Rotta
ignoro
nè so dove si porti
o donde venga

e, ancora,
si fa Voliera
il Cielo,
immensa Voliera
di sconfinata
Desolazione
in cui solitario
il Volo mio
si perde,
e volo d'Angelo
è
che cade
dalla Gravità
chiamato
verso Terra
e in Acqua
mi ritrovo ancora
Carpa
che la Corrente risale
con forte spinta
e ancora
e ancora,
un ultimo guizzo
sino al Nulla
d'una Rete
che l'Uomo
avidamente
a sè trae con forza;

ora son Cibo
e di me
lUomo si nutre
e la sua Prole.

Ora è Silenzio,
il Tutto e il Nulla,
adesso sento
d'esser uno
e più di uno
scomposte parti di me
vivono
in altri
di propria Vita.

Viaggio
per molteplici Vie
e sono Io
e Loro
e Noi.

Chi sono?
Chi sono Io?
Domanda rifratta
come un'Eco
che indugia
si tace
ascolta
si ripete,
roboante
incessante.

Chi sono?
Chi siamo?