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Antonio Terracciano

Sono un ex insegnante di scuola media (di francese) , e vivo nella cittadina in cui sono nato (a quindici chilometri a nord-est di Napoli) . Da giovane scrissi un centinaio di poesie (quasi tutte adesso da buttare) in versi liberi (e qualcuna anche quasi ermetica) , ma poi, dopo un letargo poetico ... (continua)


Antonio Terracciano
 Le sue poesie

La prima poesia pubblicata:
 
Nel battere di ciglia (05/05/2009)

L'ultima poesia pubblicata:
 
"Cum s’ha da fè sa ‘sti fioi? " (27/08/2021)

Antonio Terracciano vi propone:
 Viver da morto (24/06/2009)
 Favole (01/07/2017)
 Baudelaire (09/07/2010)

La poesia più letta:
 
Sexy (25/10/2009, 18021 letture)

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L'ebook del giorno

Il Servitore di due Padroni

"Il servitore di due padroni", noto anche come "Arlecchino servitore di due padroni", è una delle (leggi...)
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Considerazione dell'autore
«Il provinciale controverso filosofo francese M. Onfray (nato in un paesino della Normandia, tuttora vive in quella regione, dove ha fondato l'Università popolare di Caen) ha scritto parole di fuoco contro Parigi, nella postfazione ("Il pesce puzza dalla testa") dell'ultimo suo lavoro, "Pensare l'Islam" (ed. "Ponte alle Grazie", 2016): "Nel suo libro 'L'antico regime e la Rivoluzione', Tocqueville spiega come la monarchia francese avesse concentrato tutti i poteri a Parigi e come il trionfo dei giacobini durante la rivoluzione avesse ulteriormente incrementato questa tendenza accentratrice. Mandare i girondini alla ghigliottina nel 1793 è stato come mandare sotto il rasoio nazionale anche le province: da allora, viviamo sotto un regime parigino che affila ogni giorno la lama giacobina. (...) Per esistere si deve obbligatoriamente 'salire' a Parigi, e questo presuppone ovviamente che in provincia si debba 'scendere' . (...) Parigi può vivere solo vampirizzando i talenti della provincia: la sua forza si fonda sulla debolezza delle regioni e la sua vitalità si deve solo al sangue bevuto dalla gola squarciata delle province" (pagg. 135- 136) .
Onfray esagera certamente, ma c'è del vero nelle sue parole, soprattutto per le città troppo grandi rispetto al resto del Paese. Del resto, per la Napoli capitale del regno borbonico, tutti gli intellettuali meridionali illuminati dell'epoca sostenevano che il Regno era formato da una testa enorme che poggiava su un corpo gracilissimo!
»
Inserita il 20/02/2016  

Antonio Terracciano

Città e province

Sociale
Si bea ogni città della sua gloria,
d’essere messa nei libri di storia,
dimenticando spesso le province,
senza le quali nulla mai si vince.

Dopo un primo periodo di potenza,
perviene ogni città alla decadenza,
per la mollezza dei migliori ceti,
che si perdono in vizi vani e inquieti.

E se non arrivasse dal contado
la gioventù che spera in sommo grado
in migliore fortuna, i cittadini
con mano toccherebbero i declini.

(Questo valeva un tempo, perché ora
città e province andrebbero in malora
ben presto senza aver manovalanza
d’extracomunitari in abbondanza.)



Antonio Terracciano 07/07/2010 00:06| 2| 2345

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.


 
Commenti sulla poesia Commenti di altri autori:

«e dai quali dipende -bontà loro-
quello che oggi manca. sì, il lavoro!
io non ho nulla contro il derelitto
e son convinto che ne ha diritto.
ma intanto l'italiano sventurato
per questo resterà disoccupato.
dobbiamo ringraziare amici belli
l'encomiabile onorevole martelli.

oggi sembra che solo l'extracomunitario ha diritto a vivere
e non ci accorgiamo che i cassonetti fuori ai supermercati
dove buttano gli alimenti scaduti, sono assediati da ITALIANI
per recuperarli e poter sopravvivere... fino a quando?
la poe è ben scritta ma...»
Enio Orsuni (07/07/2010) Modifica questo commento

«Molto riuscita dal punto di vista metrico: sono 4 quartine in rima baciata, una struttura semplice, ma che da un ottimo effetto. La struttura la trovo molto efficace e bella. Poi c'è la vera e propria poesia, che da un ritratto della situazione di oggi riguardo la concezione delle province da parte dei cittadini... Che sembrerebbe quasi estemporanea dato che oggi si parla di globalizzazione, di un orizzonte più ampio! Ma qui entra in gioco un altro fattore: immigrati che vengon da luoghi ancor più lontani delle province, che svolgono i lavori che a suo tempo erano toccati ai provinciali, che oggi sono i nuovi cittadini...
Ottima la struttura, sincera e simpatica la riflessione.»
Alessio Scalzo (08/02/2012) Modifica questo commento

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Sociale
Quando si esce
Gli incontri per le strade
Lazzareide
Mezzogiorno
Damnatio memoriae
Vetri
Il (troppo piccolo) nocciolo di Napoli
La Campania è un orecchio
L’ingrata vita della verità
Magna Grecia
Tre Semipesaresi a Napoli (sognando Parigi)
Una semplice espressione geografica
Non c’è più religione!
L’istituzionalizzazione
La rima "cuore - amore"
L’uccello iberico
Precipitevolissimevolmente
L’altra faccia della luna
Attualità del "Cambalache"
Conversazioni all’inglese
Disquisizione a partire dalla minigonna
Anni Sessanta
Moderni movimenti politici
Il Gattopardo
Minderwertigkeit
Tra Vomero e Vesuvio
Xenia
Le eccellenze potenziali
Incendi annacquati
Weimar
L’onorevole
Enfant prodige
Da Chambéry
Trivento, anni Settanta
Hic sunt leones
Falerno
Dissolvenze
Giardino antropologico
Germania greca
Disastro ambientale
Zeitgeist
Futili nazionalismi
Frankreich
Sisifo
Maupassant
Trompe - l’oeil
Tolleranza
Postbellici
Un paradosso napoletano
Suicidi all’ombra del Vesuvio
Votazioni popolari
Manichini
Breve tratto dell’Appia
Campania infelix
Corporativismo
I fiori dell’indifferenza
Penelope
Reduci
Donne dell’Est
Nemo propheta in Neapoli
Ventunesimo secolo
Irun
Anoressica madre
Città e province
Fast curiosity
Napoli
Stereotipi napoletani
Ama il prossimo tuo
Ovest
L’alfabeto
Luigi Tenco e Sanremo
Money
Gorizia
Aprirsi agli altri
Italia
Giacche e cravatte
Enfants terribles
Aurea mediocritas
Estinzione di un cognome in un luogo
Sessantottismi
Il lamento dei vecchi
Stazioni di barboni
Parrocchiani (di tante parrocchie)
Nepotismo
Vittoria della manualità
L’"Internapoli"
Interessi privati
I nuovi albatri
Presencia vacuna
Gioco d’equilibrio
Vite a Napoli
Nelle nostre torri chiusi

Tutte le poesie



Antonio Terracciano
 I suoi 100 racconti

Il primo racconto pubblicato:
 
Originale discorso di un cittadino illuminato (10/10/2010)

L'ultimo racconto pubblicato:
 
Il futuro del calcio (13/01/2023)

Una proposta:
 
Esami di licenza media (12/06/2022)

Il racconto più letto:
 
La moglie, l'amante e la prostituta (Tre lingue) (08/03/2011, 2622 letture)


 Le poesie di Antonio Terracciano



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