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Antonio Terracciano

Sono un ex insegnante di scuola media (di francese) , e vivo nella cittadina in cui sono nato (a quindici chilometri a nord-est di Napoli) . Da giovane scrissi un centinaio di poesie (quasi tutte adesso da buttare) in versi liberi (e qualcuna anche quasi ermetica) , ma poi, dopo un letargo poetico ... (continua)


Antonio Terracciano
 Le sue poesie

La prima poesia pubblicata:
 
Nel battere di ciglia (05/05/2009)

L'ultima poesia pubblicata:
 
"Cum s’ha da fè sa ‘sti fioi? " (27/08/2021)

Antonio Terracciano vi propone:
 Viver da morto (24/06/2009)
 Favole (01/07/2017)
 Baudelaire (09/07/2010)

La poesia più letta:
 
Sexy (25/10/2009, 18021 letture)

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Considerazione dell'autore
«A proposito dei mandolini, è piuttosto amaro l'aneddoto che ho trovato nella "Storia della canzone napoletana" di Vittorio Paliotti, Newton & Compton editori, a pagina 154: "Il 31 maggio 1969 arrivò a Napoli l'orchestra mandolinistica giapponese diretta da Hirokazu Nanya. 'Siamo venuti apposta a Napoli per incontrarci con i veri mandolinisti', dichiarò Hirokazu, ma si accorse con sorpresa che oltre a lui e ai suoi connazionali, a Napoli in quel momento non c'erano altri mandolinisti concertisti. "»
Inserita il 30/12/2013  

Antonio Terracciano

Stereotipi napoletani

Sociale
Chi suona oramai più quel mandolino?
Chi prepara la pizza come occorre?
Chi cucina del pesce sopraffino?
Chi scrive in un dialetto che ben scorre?

(Non stendono lenzuola insanguinate
le spose per mostrare il lor candore,
non compaiono più armi sguainate
per vendicare offese al proprio onore.)

Insieme ad ogni insana tradizione,
pure va via ciò ch’era buono e bello:
stereotipo, più non hai ragione
tu d’albergar nel cuore e nel cervello!



Antonio Terracciano 04/06/2010 15:16| 5| 4961

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.

Nota dell'autore:
«Mi fu raccontato da qualcuno che, ancora nel primo Novecento, a Napoli, o almeno in certi paesi della provincia, delle famiglie usavano, dopo la prima notte di nozze, stendere al balcone il lenzuolo del letto coniugale macchiato di sangue, per rendere edotto il vicinato della precedente verginità della sposa.»


 
Commenti sulla poesia Commenti di altri autori:

«Nel suo inconfondibile "filosofeggiare" sui fatti della vita con le sue consuete quartine, questa volta il Terracciano si sofferma sugli "stereoptipi" ed in particolare sulla granguignolesca tradizione delle lenzuola macchiate di sangue nel napoletano, mostrate tese a riprova di "presunte" verginità ante matrimonium (allora non erano previste le analisi del sangue, altrimenti forse quelle macchie sarebbero risultate assai spesso di sangue di bestia macellata, prese di nasscosto dal macellaio di altro rione).
E si dispiace il poeta, a ragione, del disperdersi di questi stereotipi, che in fondo rappresentavano una tradizione allegra e festosa, spariti assieme ad altri, fortunatamente, di ben maggiore gravità.»
Monilèo (04/06/2010) Modifica questo commento

«Finché vanno via le insane tradizioni si è sulla via dell'evoluzione, ma è da stupidi lasciar scomparire quel che c'è di buono e bello... Molto apprezzato il tuo stile.»
Perlanera (04/06/2010) Modifica questo commento

«Si son d'accordo che le tradizioni che contano vengano ricordate e rispettate.
Bella poesia letta con piacere. Complimenti.»
Club ScrivereEla Gentile (04/06/2010) Modifica questo commento

«difficile convivere con gli stereotipi che fissano idee e pensieri mentre un popolo è sempre in fieri... ne so qualcosa io qui in Germania quando si parla di italiani e italianità, a volte possono aiutare, ma la maggior parte del tempo danneggiano... la tradizione del lenzuolo la conosco e ricorre ancora oggi nei paesi mussulmani come usanza comune... in quanto al bello che si perde insieme al brutto Nietzsche docet. Bella e per alcuni versi condivisa.»
Barbara Golini (04/06/2010) Modifica questo commento

«Se non cambiassero le usanze, buone o cattive che siano, sremmo ancora allo ius prime noctis. Purtroppo, c'è un dazio da pagare.
L'usanza del lenzuolo ea ancora in uso nel 1970 in alcni pesini calabresi, ma come gà detto chissà che sangue era.»
Azar Rudif (04/06/2010) Modifica questo commento

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